Prima di iniziare, se non vi interessano le premesse ma volete le conclusioni: cliccando QUI potete dare un'occhiata a quelle due tre regole che mi sono imposto per gestire al meglio il mio lavoro e il mio tempo.
Il web verso il 1998 lo frequentavo ormai con gli stessi pattern mentali con cui si frequenta una bellissima città nel tempo libero: piena di posti meravigliosi, con segreti custoditi gelosamente. L’update settimanale, stagionale o mensile dei miei siti web preferiti era equiparabile all’uscita di nuovo numero di una bella rivista, all’uscita di un bel libro.
"Gmunk ha aggiornato il sito!"
Era un evento che trovavi riportato sulle testate di design più importanti, online e offline.
Non usavo i "preferiti" del browser, o quei sistemi super innovativi come delicious (eppure sembrava la roba più del futuro che fosse mai esistita!): digitavo l’elenco dei miei siti preferiti a memoria, era un rito tribale di evocazione delle figate.
Dimenticavo: ero ossessionato dai siti degli artisti visuali, ovviamente. Tornavo in questi luoghi ogni giorno e mi ospitavano per ore: con un simile livello di attenzione ho imparato a conoscere in maniera maniacale l’opera di tutte le persone che li gestivano, i loro progetti artistici, anche grazie alla possibilità di compararli, scorrerli in rassegna nei minimi dettagli: erano vere e proprie sessioni di fruizione museale, spessissimo su un tema soltanto, con un enorme possibilità di approfondimento, quindi. Per non parlare del fatto che ho comprato una mole spaventosa di libri da quei siti web. E’ ammirando la belezza nei lavori di gente come Bradley Grosh, Joshua Davis, Jared Tarbell, Michael Cina, Michael Paul Young, Matt e Simon Pyke, che ho sviluppato il mio personale e più maturo senso di cosa è bello che resti del lavoro di un artista visuale: delle cose belle da vedere in un posto speciale, dove tornare di tanto in tanto, dove l’espressione dell’artista è libera da ogni contaminazione, è un punto di riferimento solido nel mare di stimoli che la cultura offre. Incontaminato dalla miseria della routine, dove il quotidiano diventa prezioso. Un ruolo, quello autoriale, esaltato da una presentazione conforme alle esigenze del singolo artista, ogni firma diventa inconfondibile anche perchè legata ad un indirizzo web e ad un linguaggio visivo di volta in volta diverso.
Nel 2017 le cose sono cambiate parecchio e il web lo frequento principalmente tramite i social network, secondo le regole che impongono. Seguire i miei artisti preferiti significa affidare alcune mie preferenze ad un sistema che tratterà ogni singolo contenuto sostanzialmente allo stesso modo e nello stesso spazio. Utilizzando un solo contenitore per qualunque tipo di informazione, pubblica e privata, con un sistema di priorità e di abbinamento completamente fuori dal mio controllo. Vania Zouravliov finisce sotto lo spot di un sintetizzatore, o sotto una notizia di un quotidiano.
A oggi faccio una grande fatica a ricordarmi dove ho visto cosa, sui social network.
I nomi delle persone sono, fra share, nick e reblog spesso smarriti nel processo e non capita di rado di non riuscire a vedere due volte un contenuto su facebook che mi ha colpito, anche fosse solo una settimana addietro. E' un tipo di interfaccia che esalta la contestualità delle informazioni, ma penalizza drammaticamente la memoria.
Approfondire è pressochè impossibile anche sui profili dei singoli autori.
Quindi ho pensato di cominciare intanto a mettere in ordine le mie di cose, su web.
C’è voluto molto a trovare la formula perfetta per farlo, visto il poco tempo a mia disposizione per gli extra, ma sembra proprio che ci siamo: come ho annunciato già in passato infatti, abbandonerò ogni forma di interazione diretta con con i social network tradizionali ad eccezione di instagram che raccoglierà un tipo estremamente specifico di contenuti.
Riparte da zero, in contemporanea, il mio sito web che da oggi diventa l’unica presenza diretta che avrò sulla rete.
Per un bel po' di tempo sarà un work in progress: cercherò con costanza di pubblicare le cose nuove mentre recupererò i post del mio vecchio portfolio provando a ricostruire uno strorico quanto più completo possibile del mio lavoro.
Su questo sito sarà finalmente possibile acquistare opere, si portanno seguire le mie attività dalla sezione blog, dove potrete comunicare con me attraverso i commenti. In più prenderanno il via una serie di attività speciali, ma non voglio ancora svelare nulla a riguardo.
Seguirmi sui profili social, che continuerò a tenere aperti, sarà comunque possibile e un modo molto efficiente per ricevere le notizie di nuovi post, opere e quant’altro dal mio spazio online. Il mio profilo di Facebook, la mia pagina di Facebook, il mio Tumblr, Il mio profilo di Twitter restano tutti ottimi modi per tenersi aggiornati sulle mie attività, quindi, solo non risponderò più ai commenti in quanto non sarò più io a gestirli. Risponderò invece a tutti i commenti sul sito web.
Come dicevo, Instagram resterà una piccola intercapedine dove ci saranno solo scatti estemporanei durante i work in progress.
Da oggi, insomma, un post dal passato e un post dal presente alla volta, inizio a costruire la mia nuova forma digitale.