D'ora in avanti mi occuperò di ritrarre gli artisti trattati dal Conte Z. nel suo blog, che reputo la cosa migliore mai fatta nella blogosfera italiana. E' una delle poche persone nel pianeta che riesca a soddisfarmi pienamente con i suoi articoli, mi manda in sollucchero, davvero. Sono scritti veramente bene (scrivere su un blog non ci autorizza necessariamente a pensare di essere davvero bravi a scrivere), sono intensissimi, pieni di roba che mi piace e che non conosco mai così bene: mi fanno venire voglia di documentarmi con i loro mille riferimenti, sono scritti senza la paranoia della carta stampata - ovvero sono articoli LUNGHI, parlano di cose che sono O classici (veri, non degli ultimi 10 minuti) rivisti con una competenza e un punto di vista inediti, oppure cose interessantissime meravigliose di cui non parla nessuno. Sono tutte trattate con un entusiasmo incredibile, senza paura, con grande conoscenza della materia trattata e visto e considerato che Internet è la sagra dell'ovvio appena sfornato, servito a cazzo e oltretutto col terrore di essere smentiti, trollati e umiliati, una roba così per me è la fine del mondo, veramente. Il vocabolario italiano usato per intero. Le subordinate. Mi si è stiracchiato il cervello. Poi è incredibile se penso che ho la fortuna di essergli amico da tempi remotissimi, quando 14enni ci vomitavamo addosso letteralmente rabbidi (le avventure con i cani un giorno ve le racconto, promesso) cantando Brown Shoes Don't Make It. Il Conte Z. è un fratello. Che è stato in letargo per anni e ha deciso di rimettersi a scrivere con una forza, grazie a iddio, che manco Kenshiro che risorge nella azzurrissima rete fognaria di Kaioh. Verificate voi stessi.
In questo disegno c'è un triplo inside joke su "the answer is blowing in the wind": quelli che noi chiamiamo strumenti a fiato, o fiati, in inglese si chiamano "venti" (winds). M'ha sempre affascinato i titolo di questa canzone, cantata da un suonatore di armonica come Dylan, che con un gioco di parole da quattro soldi, me ne rendo conto, "blows into the wind". Percepire nell'aria la verità e cercare di catturarla con una melodia fatta esclusivamente della stessa aria in risonanza, distillando, attraverso l'armonica e il corpo, come fosse un alambicco alchemico, l'anima in una armonia.
Ah dimenticavo: e infatti il psi (la lettera dell'alfabeto greco) che sta sull'armonica rappresenta il soffio vitale (psyche) che si ramifica nella vita, così come il soffio vitale monofonico nelle note in armonia nel disegno (da un suono a 10 suoni accordati) o come nella menorah, da uno a 7 (sempre a forma di psi), o l'albero in generale, dove da un elemento nasce una moltitudine. Che poi nell'arte è il solito concetto di lasciarsi attraversare dai significati e cercare di acchiapparli con la rete più fitta possibile, cercando di non farsi scappare nulla, nessun dettaglio.
Come sempre il disegno può essere acquistato come stampa Giclee ultrachrome formato A2 su carta puro cotone Hanemulhe 310gsm, ultra white fine art rag paper. Firmata, ovviamente. Anche l'originale (24x32, copic markers su carte d'art Sennellier da 340g) è in vendita, e se siete interessati contattatemi via mail (tasto "hire me" sull'header/footer del sito).
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